Biografia Peppino Lopez
Peppino Lopez nasce nel 1981 a Vittoria, città che, fondata nel 1607, è la più giovane del libero consorzio comunale di Ragusa e che, pertanto, presenta una moderna struttura a scacchiera con strade larghe e rettilinee.
Città che, allo stesso tempo, si distingue per la varietà degli stili che caratterizzano alcuni edifici: è ricca, infatti, di testimonianze dello stile Liberty, qui introdotto dal grande architetto palermitano Ernesto Basile. I palazzi e le case in stile Liberty presentano strutture sobrie ed eleganti con sporgenti balconate, balaustre dalla ricca e raffinata decorazione, portali sormontati da fregi con motivi floreali, impreziositi di particolari plastico-decorativi di raro equilibrio compositivo.
Nascere e crescere in un tale contesto spingono il giovane Peppino Lopez a intraprendere gli studi di Pianificazione Territoriale Urbanistica e Architettura, per i quali emigra a Milano, dove si laurea al Politecnico.
Dopo la laurea, collabora con alcuni importanti studi di architettura del Nord Italia. Tuttavia – novello Ulisse ammaliato dal canto delle sirene – risponde ben presto al richiamo del mare e della sua terra di origine, dove fa ritorno con l’idea ben precisa di voler realizzare qualcosa di utile e di bello, fermamente convinto che non vi sia alcuna differenza di scala tra concepire un edificio e un cucchiaio. Del resto, il celebre architetto Ernesto Nathan Rogers sosteneva che entrambi hanno al centro l’uomo: dall’esigenza primaria del mangiare a quella molto più complessa dell’abitare.
Dopo essersi cimentato in una linea di piastrelle – battezzata Crochet tiles – in cui sul cemento, materiale riciclabile, sono incisi dei ricami in rilievo, scelti dal repertorio tradizionale siciliano, la passione di Peppino Lopez si incentra sui piatti: oggetti che sono un piccolo altare per il cibo e per gli occhi, che danno una misura alla fame e al piacere di soddisfarla, che sono utili e che possono essere belli.
Peppino Lopez è consapevole che il rischio è che possano essere talmente belli da non servire al loro scopo principale, diventando solo un soprammobile. Rischio che affronta e supera creandoli con spirito artigianale e con lo sguardo del designer. Sono piatti che sanno incantare prima e dopo essere stati riempiti. Modellati al tornio, senza stampi, uno diverso dall’altro, concretissimi e al tempo stesso fluttuanti, regalano l’emozione di scomparire con la ricetta, inglobandola, e di riapparire all’improvviso, appena se ne sfiora la superficie o si staccano gli occhi dal cibo.
È grazie ai social network che i piatti personalizzati di Peppino Lopez acquisiscono ben presto notorietà: una volta postato il piatto in grès “Sasso” – tuttora in catalogo – molti cuochi hanno iniziato a commissionargli il loro piatto. È il 2017 e nasce il progetto Design for chef.
Nel 2020 tutte le energie creative confluiscono nella realizzazione del nuovo brand Fucina, una linea di collezioni da tavola e altri articoli per la decorazione d’interni, prodotti su commissione, rigorosamente in modo artigianale, senza ausilio di stampi e a tiratura limitata.
Partecipazioni e riconoscimenti: OPERAE Independent Design Festiva – Torino (2014); DESIGN WEEK 2015, Milano; SOURCE mostra internazionale di design autoprodotto, Firenze (2015).
Menzione ADI DESIGN INDEX con la collezione CROCHET Tiles (2015)